La
corrispondenza milazzese del viceré spagnolo marchese di Lede durante l’Assedio
del 1718/19
a cura di Massimo Tricamo
I rapporti - in
gran parte cifrati - inviati periodicamente dal viceré di Sicilia al Ministro
della Guerra Duran con le rispettive risposte inviate dalla Corte di Madrid
attestano e documentano la presenza dello stesso viceré a Milazzo nel periodo
compreso tra la metà di ottobre del 1718 ed il gennaio 1719. Custodita nell’Archivo
General de Simancas, l’inedita documentazione d’archivio in lingua spagnola
viene qui trascritta unitamente ad una breve traduzione a cura dello scrivente.
Fa eccezione la lettera riportata al §8, tradotta integralmente da Elisa La
Rosa, che ringraziamo per l’affettuosa disponibilità. Un ringraziamento va
inoltre alla dott.ssa Isabel Aguirre Landa dell’Archivo General de Simancas per
avermi agevolato nella ricerca del prezioso materiale d’archivio.
§ I
Il
marchese di Lede - in questa comunicazione del 21 ottobre 1718 - auspica in
primo luogo che il Ministro della Guerra Duran, destinatario della missiva,
abbia ricevuto la comunicazione con la quale Don José Patiño y Rosales,
nominato l’anno precedente Intendente dell’Armada Española, rendeva nota da
Messina la vittoria riportata dalle truppe spagnole nel campo di Milazzo il 15
ottobre 1718.
Prosegue
informando il Ministro circa la notizia pervenutagli da Genova, con la quale si
annunciava la partenza da Napoli per la stessa Genova di 17 navi e 10 tartane
che avrebbero dovuto imbarcare 6.000 fanti da destinare alla Piazza di Milazzo.
Circostanza che lo costrinse a disporre la costruzione (dal 17 ottobre 1718)
d’una prima linea di contravvallazione (già a buon punto) al fine di opporsi
alle ulteriori sortite del nemico austro-piemonese, sempre più probabili visti
i rinforzi in arrivo dalla Liguria. Non mancava inoltre di precisare il
differimento dell’«apertura della trincea».
Il
marchese non ha notizie della squadra navale inglese comandata dall’Ammiraglio
Byng. A Milazzo alla data del 21 ottobre 1718 si trovavano soltanto 6 navi (verosimilmente
britanniche) e le galere di Napoli. Si dice che l’Ammiraglio Byng avesse fatto
tappa a Malta, dove - forse con opera di persuasione o piuttosto con minacce -
aveva ottenuto dai Cavalieri della «Religione di Malta» il rilascio delle
galere di Sicilia, già approdate a Siracusa.
Il
17 ottobre, all’imbrunire, una salva di artiglieria e moschetteria da parte
della guarnigione di Milazzo aveva solennizzato la cessione, da parte del Duca
di Savoia, della Piazza di Milazzo a favore del’Arciduca d’Austria Carlo VI.
Intanto
a Siracusa erano giunte le truppe piemontesi precedentemente in servizio presso
la Cittadella di Messina. Parte della forza (350 uomini) venne distaccata per
rinforzare Trapani.
Non
si mancava inoltre di far presente che, sebbene si facesse tutto il possibile
per mantenere completa la fanteria, reclutando, da parte nemica, disertori e
prigionieri che avevano deciso di «prender partito» per la Corona di Spagna, la
stessa fanteria non mancava tuttavia di assottigliarsi a causa del crescente
numero di morti e feriti. Si rendeva pertanto necessario un rinforzo di truppe.
Così come si auspicava l’invio di polvere da sparo, palle da 24, bombe e
fucili.
Infine
una nota sul reclutamento dei sei battaglioni siciliani, costituiti il 30
agosto 1718, proprio su istanze dello stesso marchese di Lede: un reclutamento
alquanto lento, per ovviare il quale il marchese prometteva di fare tutto il
possibile onde velocizzarlo. Le località
di reclutamento dei 6 reggimenti – come si evince dal tomo V della Historia
organica de lasarmas de infanteria y cavalleria Españolas di Serafín María De Soto Y Abbach conte di Clonard (Madrid 1854, p. 220)
-erano Palermo (Val di Mazara,
Val di Noto, Valdemone e Palermo,
questi i nomi di ciascun reggimento, a capo dei quali figuravano,
rispettivamente, i colonnelli Marchese di Sambuca, Don Francesco Saverio
Gravina, Don Ignazio Termini e Don Giovan Battista Gravina), Messina
(reggimento Messina del colonnello
Principe di S. Pietro Spadafora) e Livorno (reggimento Toscana del colonnello Don Giovanni Michele Roncali).
Señor
mío.
Por el
extraordinario que desde Mecina despachò Don Joseph Patiño â Vuestra Excelencia
espero haia entendido el feliz subcesso que el dia 15 tubieron las Armas de Su Magestad en este campo con los enemigos
rechazandolos y vatiendolos, como reconocerà Vuestra Excelencia por la
inclussa relacion.
Las
notticias que hasta ahora tenemos de Genova consisten en que de Napoles havian
salido 17 navios y 10 tartanas para embarcàr en Genova seis mill infantes para
transportarlos a esta Plaza, que es lo que me â obligado â hacer travajar una linea
de contravalacion que se halla muy adelantada, para por este medio conseguir
con mayor facilidad ressistir â las salidas, que seguramente devemos recelàr,
intenten los enemigos consistiendo su guarnicion tan crecida como lo serà, si
les llega el refuerzo que esperan, y el motivo que me â hecho diferir hasta
ahora abrir la trinchera, como el no estar concluida nuestra linea de
contravalacion, pero espero poderlo executar en breve.
Siendo
cierto que los enemigos embarcan en Genoba las tropas que dicen es de recelar
que vayan a desembarcar en Seracusa con el fin de precisarnos â destacar tropas
de este campo nos embarazaria mucho y nos daria cuidado aunque todo el Pais sea
en favor del Rey.
Hasta
ahora ignoramos â donde haia passado la esquadra inglessa siendo solamente seis
navios, y las galeras de Napoles los que han quedado aqui, y comun la opinion
de que el Almirante Ving â marchado â Mahon, despues de su buelta de Malta, en
donde con sus persuassiones ô amenazas
obligò â aquella Religion le entregassen las galera de Sicilia que ya se
hallan en Seracussa.
El 17
al anocher hizo la guarnicion de Melazo una salba de toda la artilleria y
mosqueteria, por haver el Duque de Saboya cedido esta Plaza al Señor
Archiduque, haviendo hecho prestar iuramento â la ciudad y arbolado vandera de
España.
Han
llegado en Seracussa todas las tropas Piamontessas que se hallavan en la
Ciudadela de Mecina, y de ellas se destacaron trescientos y cinquenta hombres
para reforzàr la guarnicion de Trapana.
Devo
repressentàr â Vuestra Excelencia que aunque se hace todo lo posible para
mantener la infanteria completa reclutando los desertores y prisioneros del
enemigo que quieren tomar partido no deja de disminuirse por el numero de los
muertos, heridos y enfermos, que tenemos y si fuera dable el que viniesse algun
refuerzo seria muy util y necessario, aunque considero ser dificultosso en la
hera pressente.
Buelto
â suplicàr â Vuestra Excelencia se sirba disponer que se nos embie polvora,
valas de â veinte y quatro, bombas, fusiles, que es lo que mas nos falta.
La leva
de los seis vatallones sicilianos camina hasta ahora con mucha lentitud, aunque
procuro todo lo possible para apressurarla, que es lo que al pressente ocurre
digno de la noticia de Vuestra Excelencia â quien suplico se sirba passarlo â
la de Su Magestad.
Dios
guarde â Vuestra Excelencia muchos años como desseo.
Campo
delante de Melazo 21 de Octubre de
1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran [Ministro
della Guerra, ndr]
Decreto
del Duran a margine: «Responderle
desengañandole de que no se le pueden embiar tropas ni municiones, que allà las
compren en la mejor forma posible.
Que ha celebrado mucho el Rey el
subceso de Melazo.
Que [segue
parola di ardua trascrizione, ndr] mucho de la infanteria y [segue
parola di ardua trascrizione, ndr] aquellas conquistas [parola di dubbia
trascrizione, ndr] todo lo posible.
Que se aguardan noticias de la esquadra
inglesa la qual no saliendo de Mediterraneo imposivilidà la
comunicacion» [Archivo General de
Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ II
La
risposta alla missiva del 21 ottobre 1718 venne scritta dal Ministro Duran oltre
un mese dopo, il 30 novembre 1718. Facendosi portavoce del sovrano, che aveva
accolto con favore la notizia del successo di Milazzo del 15 ottobre, il Duran,
nel riconoscere l’esigenza di provvedere ad un impinguamento delle truppe,
specialmente di fanteria, così come richiesto dal marchese di Lede, non mancava
tuttavia di citare le notevoli difficoltà che impedivano la soddisfazione d’una
tale istanza. Difficoltà che ostacolavano anche la spedizione di munizioni dalla
Spagna. Da qui l’auspicio del sovrano affinché il marchese di Lede si
impegnasse a mantenere la consistenza numerica della fanteria su livelli
opportuni, auspicando altresì che tale problematica non fosse d’ostacolo agli assedi
ed alle espugnazioni delle piazze di Milazzo e Siracusa, per le quali il re
Filippo V contava su tempi abbastanza rapidi.
Dalla
corte di Madrid giunsero tuttavia le rimesse di denaro necessarie per far
spedire da Livorno e Genova, anche con l’ausilio del Cardinale Acquaviva, la
maggior quantità di munizioni possibili. Anche se non veniva sottovalutato il
problema della comunicazioni via mare, visto che la navigazione non sarebbe
stata tranquilla fin quando la flotta inglese comandata dall’Ammiraglio Byng
avesse scorazzato nel Mediterraneo.
“Responderle desengañandole de
que no se le pueden embiar tropas ni municiones” [risposta a lettera del viceré datata 21 ottobre 1718, ndr]
Al Marqués de Lede
Pardo, 30 de Noviembre 1718
Haviendose
enterado el Rey de lo que Vuestra Excelencia hace presente en carta de 21 del
pasado, con motivo de acompañar relacion de todo lo occurrido en el combate y
feliz sucesso, que tuvieron el dia 15 sus Reales armas con los enemigos vajo de
Melazo, cuya noticia ha celebrado Su
Magestad con el gusto correspondiente â su importancia y consequencias.
Ha resuelto diga yo a Vuestra Excelencia que aunque se tiene presente lo mucho
que combendria el augmentar este exercito con algun refuerzo considerable de
tropas, particularmente de infanteria, son tantas y tan grandes las
dificultades que se encuentran para el logro de esta idea y la de embiar desde
esto Reyno las municiones y demas pertrechos de guerra que Vuestra Excelencia
solicita, que seria engañarle, y engañarnos si se le esperanzasse de alguno de
estos socorros.
Que en
esta inteligencia espera Su Magestad se
dedicarà Vuestra Excelencia con nuebo y mayor cuidado, no solo â
mantener y conserbar la infanteria de que se compone este exercito, sin que por
esto se dilaten los sitios y expugnaciones de Melazo y Siracusa (sobre cuya
mayor brevedad hace Su Magestad a Vuestra
Excelencia el mas expecial encargo) sino que assi mismo y de acuerdo con Don
Joseph Patiño, procurara Vuestra Excelencia contribuir, y facilitar por su
partes la compra y conducion de las municiones que se necessitaren desde
Liorna, y Genoba, donde para esto efecto se hàn hecho diferentes remesas de
dinero, y repetido a los Ministros de Su Magestad y al Cardinal Acquaviva las ordenes mas estrechas paraque en
cortas porciones, y en la forma que tuvieren por menos arriesgada vayan
embiando a este Reyno los mas pertrechos de guerra, municiones y fusiles que
fuere posible.
Todo lo qual participo a Vuestra Excelencia para su
noticia, y de quedarse aguardando las del destino, que se dà a la esquadra
inglesa, la qual si no saliere del Mediterrraneo, imposivilitarà toda
comunicacion por mar entre esta y esto Reyno. Dios guarde Vuestra Excelencia.
Don
Miguel Fernandez Duran [Archivo General
de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ III
La
lentezza delle comunicazioni spinge il marchese di Lede - nella nota inviata al
Duran il 2 novembre 1718 - ad immaginare la ricezione, da parte dello stesso
Duran, della notizia relativa alla vittoria riportata nel combattimento del 15
ottobre dalle truppe spagnole, le quali, dopo aver subito la «sortita generale»
delle forze austro-piemontesi, riuscirono a ricacciare queste ultime entro le
mura della Piazza di Milazzo al termine d’un combattimento durato più di 3 ore.
Il
marchese continuava relazionando sulla costruzione - a partire dal 17 ottobre
1718, dunque a due giorni dalla sortita suddetta - di una prima linea di
contravvallazione, linea che aveva appunto lo scopo di ostacolare le sortite
della guarnigione. Dotata di postazioni avanzate, la linea fu costruita nel
miglior modo possibile, tenendo conto della natura del terreno. Ancora in
costruzione invece il sistema di batterie (proprio perché in costruzione ancora
sprovviste di artiglierie) che, tanto sulla destra come sulla sinistra, avrebbe
dovuto difendere la stessa linea di contravvallazione, oltre a danneggiare i
due baluardi della Piazza (verosimilmente i due bastioni attigui alle porte
Messina e Palermo).
Il
29 ottobre 1718 fu avviato il cantiere d’una seconda linea di
contravvallazione, 350 passi più avanzata rispetto alla prima e distante 900
passi dalle mura che cingevano la Piazza. Questa seconda linea, in costruzione
senza alcun disturbo da parte nemica, andava perfezionandosi al fine di
chiudere (cerrar) il nemico ed
ostacolarne ulteriori sortite, sempre più probabili visto il dispiegamento di
forze austro-piemontesi in campo, che ascendeva a 5.000 fanti e 700 unità di
cavalleria.
Terminate
le suddette opere, alle quali si lavorava giorno e notte, si sarebbe provveduto
finalmente ad «abrir la trinchera», ossia ad aprire la trincea. Era questo
l’auspicio del marchese di Lede, il quale tuttavia non mancava di valutare
l’entità delle forze in campo, visto che i rinforzi di truppe destinati da
Genova al nemico avrebbero potuto consigliare prudenza. Peraltro, l’esecuzione
di trinceramenti anche da parte nemica lasciava presagire un assedio che
sarebbe costato molte vite umane («un
sitio que costarà mucha gente»).
Il
marchese non mancava poi di riferire i dati della rivista dei 24 battaglioni
indicati nella nota allegata, rivista che faceva ascendere le truppe spagnole
ad appena 12.316 uomini, dai quali occorreva tuttavia sottrarre, tra gli altri,
i 500 uomini del Reggimento di Artiglieria impiegati nelle batterie. Una
situazione difficile che comunque spingeva il marchese di Lede a rassicurare il
ministro, impegnandosi a fare tutto il possibile per la conquista della Piazza
di Milazzo, ben sapendo quanto fosse importante per la corona di Spagna. Non
venivano tuttavia spediti a Madrid gli estratti della rivista, a causa dell’insufficiente
sicurezza delle spedizioni postali e del timore che tali dati potessero cadere
in mani nemiche.
«Nota de los regimientos de
infanteria que se hallan en el campo de delante Melazo (nota dei reggimenti di fanteria che si trovano nel campo davanti
Milazzo, ndr):
Regimiento de Guardias Españolas,
4 vatallones;
Regimiento de Guardias Walonas, 4
vatallones;
Regimiento de Castilla, 2
vatallones;
Regimiento de Guadalajara, 2
vatallones;
Primer vatallon de Nabarra,
1vatallon;
Regimiento de Aragon, 1 vatallon;
Regimiento Borgoña, 1 vatallon;
Regimiento de Milan, 1 vatallon;
Regimiento de Saboya, 2
vatallones;
Regimiento de Asturias, 2
vatallones;
Regimiento de Irlanda, 1
vatallon;
Regimiento de Ultonia, 1
vatallon;
Regimiento de Hibernia, 1
vatallon;
Regimiento de Artilleria, 1
vatallon;
Total 24» [Archivo Generale de Simancas]
Si
faceva ancora una volta presente al ministro, a proposito delle munizioni
necessarie, che - sebbene fossero state disposte le relative forniture da Roma,
Genova e Livorno - alla data del 2 novembre non erano giunti che 900 quintali
in due imbarcazioni. E ciò con molta fortuna, considerato il blocco marittimo
delle unità navali inglesi ai danni degli Spagnoli. Blocco che metteva a
rischio anche le spedizioni di denaro atteso da Roma, Genova e Livorno.
A
Siracusa il marchese d’Andorno s’era imbarcato con due battaglioni piemontesi
al fine di raggiungere la Piazza di Milazzo, ma le cattive condizioni
meteorologiche li avevano costretti a dirigersi verso la costa di Napoli,
ritardando il loro arrivo alla destinazione prefissa.
Sette
galere giunte a Messina per gli Spagnoli avrebbero potuto dare una mano per
allentare la morsa delle forze navali britanniche. Infatti la comunicazione tra
la Calabria e Milazzo era assicurata ininterrottamente al nemico da 7 navi
britanniche.
Nessuna
notizia - terminava il marchese di Lede - sulla localizzazione dell’Ammiraglio
Byng, sebbene pare fosse approdato a Maó
(in spagnolo Mahón, isola di Minorca, Baleari, allora possedimento britannico).
Señor
mío.
Quedo
en la confianza de que Vuestra Excelencia habrà recivido la noticia del buen
subcesso que tubieron las Armas del Rey el dia 15 del passado en la salida
general que hicieron lo enemigos vatiendolos y rechazandolos despues de un
combate de màs de tres horas, de que tengo remitido â Vuestra Excelencia una
relacion, â que me refiero.
Desde
el dia diez y siete hemos empezado a hacer una linea de contravalacion de mar â
mar con diferentes puestos âbanzados que hemos fortificado en la mejor forma,
que â sido posible, y que lo a permitido el terreno, y en los dos de nuestra
derecha y hizquierda estamos construyendo vataria tanto para la defensa de esta
linea, como para arruynar las defensas de los dos valuartes de la Plaza, y
luego que estaran acabadas se pondrá el cañon.
El dia
veinte y nuebe del passado hemos havierto segunda linea de contrabalacion,
trescientas y cinquenta pasos mas âbanzada, que la primera, y â novecientos
pasos de la Plaza sin la menor oposicion del enemigo, y esta se và
perficionando para cerrar al enemigo todo lo que es posible, y ponerlas al
abrigo de ser insultadas por alguna salida considerable, lo que deve recelarse
por la numerosa guarnicion que tiene el enemigo, que es cinco mil infantes, y
setecientos cavallos.
Siendo
todas nuestra obras perficionadas, en que se trabaja dia y noche, se procurarà
abrir la trinchera, como no llegue el socorro, que espera el enemigo de Genoba;
en este caso no seria posible intentarlo ya que sin el [termine di dubbia trascrizione, ndr]no deja de haver muchas
dificultades, que superar, por haverse lo enemigos retrincherado por todas
partes, de modo que serà un sitio que costarà mucha gente.
Haviendo
passado una revista â los veinte y quatro vatallones, expressados en la nota
adjunta, hè hallado que solo hacen el numero de doce mil trescientos y diez y
seis ombre, de lo qual se deve disminuir los quinientos hombres del Regimiento
de Artilleria por ser empleados en las vaterias, y otra porcion de soldados con
los equipages de los oficiales: por la poca seguridad que hai en los correos no
me atrevo â remitir â Vuestra Excelencia los extractos de revistas, para que no
caygan en manos del enemigo. No obstante todas estas dificultades puede Vuestra
Excelencia assegurarse que se harà todo quanto sea posibre para apoderarse de
esta Plaza, conociendo quanto importa al servicio del Rey.
No
puedo dejar de hacer presente otra vez â Vuestra Excelencia como lo tengo yà
hecho, que lo que nos hace falta es polvora, valas, bombas, fusiles, y aunque
se hayan dado todas las providencias necessarias para hacer venir toda la que sera
posible de Roma, Genoba y Liorna, hasta ahora no à llegado que novecientos
quintales en dos embarcaciones y esto con mucha fortuna, teniendo nos estos
navios de Inglaterra bloqueados, y la misma dificultad y riesgo tenemos para el
transporte del dinero que se halla en Liorna, Genoba y Roma, lo que nos tiene
con mucho cuidado.
Tengo
avisso que en Seracussa se â embarcado el Marqués de Andorno con dos vatallones piemontesses, con el fine de
venir â reforzar la guarnicion de esta Plaza, aunque el mal tiempo que estos
dias â hecho les â obligado correr hacia la costa de Napoles, y impedido que
haian podido llegar hasta ahora.
Nuestras
galeras llegaron ahier â Mecina, en donde podran facilitarnos algun [segue parola di ardua trascrizione,
ndr], estorbando en parte la comunicacion de la Calabria con esta Plaza, â cuia
vista subsisten siempre siete navios inglesses.
Hasta
ahora no tengo noticia segura del paradero del Almirante Ving, aunque se cree
se haia retirado â Mahon, que es quanto ocurre digno de la noticia de Vuestra
Excelencia â quien sup. se sirba ponerlo en la de Su Magestad. Nuestro Señor guarde â Vuestra Excelencia muchos años
como desseo.
Campo
delante Melazo 2 de Noviembre
1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran (Ministro
della Guerra, ndr)
Decreto
del Duran a margine: «Responderle
desengañandole que de España no se puede embiar cosa alguna». Elaborato nel
testo di cui alla minuta del 26 dicembre 1718. [Archivo General de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y
Marina, sala 39]
trincea rossa: prima linea di contravvallazione spagnola;
trincea gialla: seconda linea di contravvallazione spagnola;
trincea verde: trinceramenti austro-piemontesi;
cerchi rossi: batterie di cannoni spagnoli;
cerchi arancioni: batterie di mortai spagnoli;
linea blu: via M. Regis tra piazza Mazzini e piazza Nastasi;
linea viola: via XX Settembre tra via Regis e via Cosenz
Milazzo trincerata tra S. Giovanni e via Massimiliano Regis (ottobre-dicembre 1718)
trincea rossa: prima linea di contravvallazione spagnola;
trincea gialla: seconda linea di contravvallazione spagnola;
trincea verde: trinceramenti austro-piemontesi;
cerchi rossi: batterie di cannoni spagnoli;
cerchi arancioni: batterie di mortai spagnoli;
linea blu: via M. Regis tra piazza Mazzini e piazza Nastasi;
linea viola: via XX Settembre tra via Regis e via Cosenz
§ IV
Nella
comunicazione inviata al Duran il 22 novembre 1718 il marchese di Lede lamenta la
mancata ricezione da ben due mesi di istruzioni da Madrid, peraltro ignorando
se fossero o meno giunte a destinazione le lettere da lui scritte al ministro
in precedenza.
In
riferimento all’Assedio di Milazzo, le operazioni proseguivano con un
avanzamento dei «lavori di zappa»: evidente riferimento al lavoro degli
zappatori intenti allo scavo delle trincee con gabbioni e fascine sotto il
fuoco nemico sempre più vicino. Da parte loro, infatti, gli austro-piemontesi
avevano innalzato i propri trinceramenti, opponendoli e fronteggiandoli a
quelli degli Spagnoli.
Il
marchese omette di spedire a Madrid il piano degli attacchi nel timore che
potesse cadere in mano nemica.
Il
18 ottobre erano giunte a Milazzo 40 imbarcazioni nemiche scortate da 3 navi
inglesi. Non avendo ricevuto informazioni in merito, il marchese di Lede, sulla
base di quanto poté osservare a distanza, comunica al Duran trattarsi di
navigli approdati a Milazzo per sbarcare una porzione di fanteria.
La
facilità del trasporto di rinforzi austriaci via mare e la previsione di
ulteriori truppe nemiche in arrivo da Genova - così come comunicato
dall’emissario spagnolo nella città ligure ed in conformità ad altre
informazioni pervenute da Roma - fanno ipotizzare un dispiegamento di forze
paritario: una consistenza numerica delle truppe austro-piemontesi
sostanzialmente equivalente a quella delle truppe spagnole («seràn iguales â nosotros»). Questa premessa, unitamente alla
circostanza delle continue morti registratesi durante i lavori agli approcci e
tenuto presente il numero dei feriti, spingeva il marchese a richiedere alla
Corte di Madrid un consistente rinforzo di 10-12 battaglioni.
Nel
frattempo lo stesso marchese aveva fatto trasferire a Milazzo 3 dei 5
battaglioni che si trovavano a Palermo. Proprio verso questa città era partito
il 20 ottobre da Milazzo l’intendente José Patiño, allo scopo di sbloccare la
liquidazione della paga spettante ai soldati per il mese successivo. Inoltre -
proseguiva il marchese - nessuna delle imbarcazioni inviate a Roma, Genova e
Livorno aveva fatto ancora ritorno.
Da
parte sua Don José Patiño aveva ordinato la spedizione in Sardegna delle
imbarcazioni che avrebbero dovuto trasferite a Milazzo il reggimento di Haynaux. Trasferimenti erano previsti inoltre
- anche se non vi era certezza - per i reggimenti Basilicata (verso Forte Longone nell’isola d’Elba) e Lombardia (verso Milazzo).
Il
marchese tornava a fare presente la necessità di polvere da sparo, palle, bombe
e tessuti per le uniformi da destinare ai 6 reggimenti nuovi.
Comunicava
ancora che da ben 35 giorni non aveva più avuto notizie o ricevuto dispacci da
Roma. Un’assenza di comunicazione che lo spingeva ad ipotizzare una cattura
delle feluche da parte del nemico.
Infine
la notizia della presenza a Malta del contrammiraglio (gefe de esquadra) Camok con le sue navi.
Señor
mío.
Siendo
yà cerca de dos messes que me hallo sin carta alguna de Vuestra Excelencia ni
noticia de España, y ignorando si han llegado â manos de Vuestra Excelencia las
que tengo escritas, estoy con el justo cuidado que dejo â la consideracion de
Vuestra Excelencia.
Po lo
que mira al estado del sitio de esta Plaza, dirè â Vuestra Excelencia se bà
prossiguiendo todo lo possible abanzando nuestros travajos â la zapa, quanto es
practicable para la conserbacion de las tropas, hallandonos yà muy inmediatos â
los retrincheramentos de los enemigos que los han hecho contra los nuestros y
sin que por nuestra parte pueda embarazarseles, procurando la perfeccion.
El
recelo en que estoy, de que esta pueda caer en manos de los enemigos me
precissa â dejar, de con ella remitir â Vuestra Excelencia el Plano de los
Ataques.
El dia
diez y ocho arrivaron â esta Plaza quarenta embarcaciones enemigos, comboyadas
[scortate, ndr] de tres nabios
inglesses, sin que hasta ahora haia podido mi cuidado inquirir con seguiridad
la gente que pueden haver conducido, y solo en lo que la vista â podido
distinguir, â la distancia en que se ancoraron, se considera habràn dessembarcado
una porcion de infanteria.
De esto
y de la facilidad que los enemigos tienen por el mar, comprehenderà Vuestra
Excelencia la de la frequencia con que pueden y consiguen su refuerza y
esperando de Genoba otro socorro que les debe venir segun las ultimas noticias,
que hà muchos dias me avisò a quel embiado, y tambien tuve por la via de Roma,
de que devo persuadirme se halle Vuestra Excelencia mas distinta y puntualmente
informado, seràn iguales â nosotros. Pues se deve considerar que continuamente nos
disminuymos assi por los que mueren en los trabajos que son muchos, como por
sus enfermedades que lo uno y lo otro es irremediable. Cuya consideracion se
hace preciso ê indispensabile
que Su Magestad se digne con la
brevedad posible mandar disponer, para assegurar la manutencion de este Reyno
se transporte â èl el refuerzo de tropas de hasta diez ô doce vatallones
â fin de oponerse â las fuerzas del enemigo por que este consigue su augmento
con las que le llegan de Italia con la facilidad que Vuestra Excelencia sabe.
De los
cinco vatallones que se hallaban en Palermo hè hecho venir los tres que yà
quedan en este campo. El dia veinte partiò de aqui para Palermo Don Joseph
Patiño a fin de solicitar la negociacion de algunas letras para el prest [paga giornaliera dei soldati, ndr] del proximo mes, que viene por hallarse la caxa sin caudal
ninguno. Pues no â buelto ninguna de las embarcaciones, que se despacharon â
Roma, Genoba, y Liorna.
Assi
mismo fue Don Joseph Patiño â dàr disposicion de embiar â Cerdeña las
embarcacionces necessarias para conducir â aqui el regimiento de Haynaux, y
llebar el de Basilicata â Longon trayendo el de Lombardia â aqui lo qual no se
si conseguirà.
Buelvo
â repetir â Vuestra Excelencia que lo que nos falta entre las demas cosas ès
polvora, valas, de artilleria, bombas, armas, y panos para los seis regimientos
nuebos.
Son yà
treinta y cinco dias, que no tengo carta, ni noticia de Roma, y esta falta, me
hace persuadir, â que las falucas hayan sido apressadas de los enemigos.
El Gefe
de esquadra Camok, subsiste hasta ahora en Malta, y segun he entendido, â
empezado â dar carena â sus nabios, que es lo que puedo participar â Vuestra Senoria suplicandole se sirba ponerlo en la real
noticia de Su Magestad.
Nuestro
Señor guarde â Vuestra Excelencia muchos años como desseo.
Campo
de delante Melazo 22 de Noviembre
de 1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran [Archivo
General de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ V
La
risposta alle missive del 2 e 22 novembre 1718 fu scritta dal Duran il 26
dicembre di quello stesso anno in un’unica lettera indirizzata anche
all’intendente Patiño.
Rispondendo
in particolare alla comunicazione del 2 novembre, il Duran fa presente
l’impossibilità di inviare dalla Spagna truppe e munizioni, invitando tanto il
marchese di Lede, quanto il Patiño, a darsi da fare per il reclutamento e non
mancando di comunicare le rimesse - fatte e da farsi - a Genova, Livorno e Roma
per la spedizione di munizioni.
Niente
da aggiungere in riferimento alla missiva del 22 novembre, in risposta della
quale si auspica lo zelo del marchese di Lede
“Que de España no se puede embiar
cosa alguna” [risposta a lettere del viceré datate 2 e 22
novembre 1718, ndr]
Al Marqués de Lede
(idem a
Don Joseph Patiño)
26 de Diciembre
1718
En carta de 2 del pasado dà quenta Vuestra Excelencia del buen
estado en que quedaban las lineas de circumbalacion [l’autore della missiva cita erroneamente le linee di circonvallazione
in luogo delle due di contravvallazione, ndr] de Melazo, y providencias dadas para
su resguardo, y ponerlas fuera de insulta de su guarnicion.
Assi mismo dà quenta Vuestra Excelencia del numero de gente de que esta
se componia, y socorros que aguardaba de Genoba, suponiendo, que aun sin ellos,
se encontrarian no pocas dificultades que bencer en la empressa de esta Plaza
la mayor la de la falta de municiones, y pertrechos que empezaba a
experimentarse. Pero que no obstante se procuraria quanto ante abrir la
trinchera y adelantar las demas disposiciones, a fin de apoderarse de ella por
lo mucho que importa al real servicio su conquista y quedando Su Magestad en inteligencia de lo referido,
y del numero de soldados de que se componian los 24 vatallones que se citan en
la nota que incluye la citada carta de Vuestra Excelencia me manda
repetirle en su respuesta que por lo que mira a socorros de tropas se hace
impracticable en la estacion presente aun [segue
termine di ardua trascrizione, ndr] no lo embarazassen las superiores
fuerzas del enemigo por mar. Que en esta inteligencia, y de subsistir la misma
dificultad en quanto â municiones, y armas, deve Vuestra Excelencia de acuerdo con Don Joseph
Patiño arbitrar en todos los medios que puedan conducir assi al logro de la mas
reclutas que fuere posible, como â la compra y conducion de todo genero de
municiones. Pues â este fin, y segun habrà entendido Vuestra Excelencia por mis
antecedentes, se han hecho y continuaran gruessas remessas a Genoba, Liorna y
Roma, y se repiten las mas eficaces instancias a aquellos ministros paraque en
las occasiones de embarcaciones, que se ofrecieren, remitan las mayores
porciones, arreglandose a lo que por Vuestra Excelencia y Don Joseph Patiño se
les previniere en este assumpto.
Tambien
se ha recivido otra carta con [segue
termine di ardua trascrizione, ndr] de 22 del mismo mes, en que repite
Vuestra Excelencia sus instancias para que de España passen quanto antes diez o doce batallones â este Reyno
para assegurar su manutencion y oponerse a las fuerzas del enemigo. De que
queda enterado Su Magestad y yo sin que
añadir a la noticia de Vuestra
Excelencia si solo la impaciencia con que se aguardan nuebos avisos de este
sitio particularmente Su Magestad que
espera del celo, y actividad de Vuestra Excelencia, que a medida de los
esfuerzos que hacen los enemigos para mantener a Melazo, habra procurarado
Vuestra Excelencia pro su parte tomar las medidas correspondientes, y que mas
asseguren la importancia y consequencias de su conquista.
Don
Miguel Fernandez Duran [Archivo General
de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ VI
La
nota del marchese di Lede scritta il 16 dicembre 1718 si apre con l’arrivo a
Milazzo di ben 9 feluche (imbarcazioni addette al servizio postale, ndr) precedentemente
bloccate a Roma dalle avverse condizioni meteorologiche, ma con la persistente assenza
di risposte da Madrid.
L’arrivo
di nuove truppe a Milazzo, di cui il marchese aveva dato notizia nella
precedente sua lettera del 22 novembre, si rivelò di gran lunga più consistente
(«màs numerosso») rispetto a quanto
precedentemente stimato, o meglio sottostimato. Ne dava conferma una lettera
scritta dal Tenente Generale conte Wallis e spedita a Malta al conte di
Coningsec. Uno spiegamento numeroso che, unitamente alle altre truppe in arrivo
da Napoli, avrebbe condotto gli opposti schieramenti ad una situazione di
sostanziale parità numerica («fuerza
igual â nosotros»).
Il
marchese intanto aveva deciso di mantenere le due linee di contravvallazione,
per il perfezionamento delle quali si lavorava alacremente, tanto che se il nemico
avesse tentato di attaccare le truppe spagnole, queste avrebbero avuto
l’opportunità di dare al proprio sovrano una lieta notizia («lograremos dàr â Su Magestad un buen dia»).
L’ostinazione
a mantenere le linee suddette - criticata da alcuni - traeva origine da una
motivazione alquanto articolata: qualsiasi movimento teso a retrocedere
l’avanzamento delle truppe spagnole avrebbe finito per scoraggiarle, agevolando
nel contempo l’entrata nel Regno di Sicilia da parte del nemico, che così
avrebbe interrotto la comunicazione spagnola tra Milazzo e Palermo, da dove
giungevano le rimesse di grano destinate alle stesse truppe. Con conseguente
rischio di carestia, visto che sarebbe stato impossibile rimediare grano via
mare, dove le navi inglesi inibivano qualsivoglia navigazione e trasporto
destinato alle forze militari spagnole.
Augurandosi
che la decisione di mantenere le linee di contravvallazione potesse ricevere il
placet sovrano, il marchese di Lede proseguiva la missiva comunicando l’arrivo
a Milazzo , nella mattina del giorno precedente, d’un convoglio costituito da
24 barche scortate da 7 navi inglesi. Nessuna notizia sulla provenienza e sul
carico: si ipotizzava potesse trattarsi di viveri e munizioni. Infine, sulla
base delle solite notizie che annunciavano l’arrivo di truppe nemiche e
l’assottigliamento di quelle spagnole causa morti e feriti, chiedeva ancora una
volta alla Corte di Madrid rinforzi di truppe, oltre a forniture di polvere,
palle d’artiglieria da 24 e fucili.
La
relazione si chiudeva con la notizia sulla Piazza di Augusta che si trovava in
«stato di difesa» e con quella relativa al riparo delle brecce della Cittadella
di Messina, ormai a buon punto.
Señor
mío.
Haviendo
llegado hasta nueve falucas que en Roma se havian detenido por el mal tiempo, y
faltandome carta de Vuestra Excelencia no puede dejar de manifestarle el
particular cuidado que me ocassiona, carecèr tanto tiempo se sus noticias,
siendo las que de aqui puedo avissàr â Vuestra Excelencia para que se sirba ponerlas
en la real de Su Magestad que el ultimo
socorro que llegò â los enemigos es màs numerosso de lo que yò avissè,
como lo confirma una carta del Theniente General Conde Vallis, escrita al de
Coningsec, en Malta y que esperan otro con que se hallan en fuerza igual â
nosotros. Y aunque esto pudiera serbirme de motivo para hacer algun movimiento
he ressuelto mantenèr las lineas por sèr buenas, y en que para la perfeccion se
travaja todos los dias, esperando que si los enemigos intentaren atacarlas,
lograremos dàr â Su Magestad un buen
dia. Io estoy en el conocimiento de que la determinacion de mantenèr las
lineas, no deve la aprovacion â muchos, siendo de opinion contraria,
pero no dessistirè, por que si hiciesse movimiento que fuesse retrocedèr, seria
dessanimàr las tropas, facilitàr â los enemigos la entrada en el Reyno y que
nos quitasen la comunicacion con Palermo de donde nos biene las remesas de
granos que para la subsistencia de las tropas se necesita y nos pondrian en
riesgo de experimentar carestia que nos seria impracticable remediar por mar,
por que nos tienen pribados de comunicacion los navios ingleses, en cuia
ynteligencia espero que considerando Su
Magestad estas circunstancias, con su soberana comprehension merecerà esta
deliberacion su Real aprovacion teniendola por de su real servicio â
cuia mayor gloria, y utilidad, se dirigen mis desseos, y los de conseguir los
aciertos correspondientes, â las vera con que los anelo.
Ayer
por la mañana llegò â esta Plaza un comboy compuesto de veinte y quatro barcas
enemigas escoltadas de siete nabios Inglesses sin que hasta ahora se sepa de
donde bienen, ni lo que conducen, aunque discurro sean municiones de guerra, y
boca, y que si ay tropas seràn en corto numero, pero reconociendo por todas las
noticias que llegan de Italia, deve venir mayor numero puede Vuestra Excelencia
inferir si asi subcediere la urgencia en que nos veremos, disminuiendose todos
los dias nuestras tropas asi por las enfermedades como por los que hieren y
matan los enemigos, viendo â estos superiores, y asi es tan preciso como
indispensable que Su Magestad se digne
reforzar este exercito y embiar reclutas para los cuerpos, polvora, valas de
artilleria de â veinte y quatro, y fusiles, sin lo qual serà dificultoso
resistir al cuerpo de tropas enemigas que demuestran tener animo de embiar
aqui, y que devo creer se halle Vuestra Excelencia meyor, y mas individualmente
informado que yo, que es, por lo que en este assumpto no me dilato.
La
Plaza de Augusta se halla en estado de defensa, y al reparo de las brechas de
la ciudadela de Mecina (que se hallan yà muy adelantadas) se travaja con toda
la actividad possible, faltando lo essencial, que son municiones de guerra, y
de voca, âunque se hace la reflexion para proveerla de lo ultimo en que no deja
de haver su dificultad por no tenèr la comunicacion del mar libre.
Nuestro
Señor guarde â Vuestra Excelencia muchos años como desseo.
Campo
de delante Melazo 16 de Diciembre
de 1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran [Archivo
General de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ VII
Rispondendo
alla comunicazione del 16 dicembre 1718, il ministro Duran fa presente ancora
una volta l’impossibilità di inviare dalla Spagna truppe e munizioni - da
destinare alla continuazione delle operazioni militari ed al rifornimento delle
diverse piazze militari siciliane - a causa del conflitto in corso con la
Francia. Tuttavia assicurava l’impegno
affinché il Marchese di S. Filippo ed il Console di Livorno continuassero ad
inviare - a mezzo trasporto marittimo - munizioni da Genova e Livorno
“es impracticable por ahora el
embiar reclutas de España” [risposta a lettera del viceré datata 16
dicembre 1718, ndr]
Al Marqués de Lede
17 de Marzo
1719
He dado quenta a el Rey de la carta de Vuestra Excelencia de 16 de Diciembre pasado en que la dà Vuestra
Excelencia de los nuebos socorros que de Napoles havian llegado a Melazo y de
la resolucion en que se hallaba de mantener las lineas por los motivos, que
refiere, y enterado Su Magestad de
todo, me manda decir a Vuestra Excelencia que aunque se tiene presente
la importancia y necessidad de embiar
reclutas para estos cuerpos, como tambien polvora, valas, y fusiles, para
continuar las operaciones, y probeer las Plazas, es impracticable por ahora el
embiar reclutas de España, como ni tampoco municiones algunas, respecto de la
guerra con Francia pero que se repiten las ordenas al Marqués de San Phelipe, y el Consul de Liorna paraque no cessèn en
remitir las mas que pudieren, en las embarcaciones que a este fin se han
mandado comprar en Genoba y en Liorna.
Don
Miguel Fernandez Duran [Archivo General
de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ VIII
(traduzione a cura della Sig.ra Elisa La Rosa, che
si ringrazia per la gentile collaborazione)
Mio
Signore,
rispetto
a quanto riferito nella mia ultima del 16 corrente a Vostra Eccellenza non ci
sono particolari novità da aggiungere, se non il lavoro che si è fatto da
allora per la riparazione dei nostri trinceramenti ed una nuova batteria da tre
petrieri alla nostra destra per disturbare il nemico, il quale rimane nei sui
trinceramenti lavorando a quanto danneggiato dall’acqua e dal nostro cannone.
Rimetto
a Vostra Eccellenza i nomi dei reggimenti alemanni che si trovano a Milazzo:
sono trenta battaglioni composti, suppongo, da dodicimila fanti. E tenendo
conto della diminuzione dovuta alle perdite che possono aver subito tra feriti
e infermi, ritengo siano rimasti undicimila fanti.
Questa
numerosa guarnigione mi ha trattenuto dal dar inizio all’assedio, ritenendo
temerario intraprendere, con numero quasi uguale di truppe, l’attacco di questa
Piazza, poiché i soldati che ho sono di poco superiori al nemico, a sua volta avvantaggiato
dalla circostanza di essere molto ben trincerato e favorito da tutto il fuoco
della Piazza. Che non è vantaggio da poco. E a meno di rischiare un alto numero
di truppe, con l’incertezza di raggiungere il nostro intento, non si può
intraprendere un simile attacco. Poiché se per nostra disgrazia accadesse che i
nemici ci respingessero, ci metterebbero non solo nell’impossibilità di
continuare l’assedio, ma anche nella condizione di non riuscire più a mantenere
le nostre linee di contravvallazione.
Se
avessimo un simile esito contrario ne conseguirebbe un grande vantaggio per i
nostri nemici, irrimediabile per noi, poiché si procurerebbe quanto da loro
desiderato, vista la facilità con cui potrebbero addentrarsi nel regno. La qual
considerazione mi ha obbligato a non dare inizio a questo assedio (sebbene con
non poco mio dispiacere), rinviandolo al momento in cui potrò riscontrare una
diminuzione numerica delle forze di questa guarnigione oppure all’arrivo delle
truppe che attendiamo dalla Sardegna e da Longone. E vedere se - attraverso
questo piccolo rinforzo – sarà possibile iniziare questo assedio. O piuttosto
creare un diversivo attaccando Trapani, nel qual caso sarebbe molto naturale
che da questa guarnigione partisse un distaccamento. Tutto ciò mi sembra essere
più utile e conveniente al servizio di Sua Maestà, dovendo questi convincersi
che metto e metterò in pratica tutti i mezzi possibili per fare questo assedio,
sempre che ce ne sia l’occasione.
Tutte
le notizie che mi giungono dall’Italia confermano la voce che qui arriverà un
numero maggiore di truppe: quando me ne accerterò Sua Eccellenza sarà
informato. Però - se ciò dovesse
accadere - faccio presente che con le truppe che mi ritrovo, che diminuiscono
giorno dopo giorno, sarà difficile resistere a tanta forza, sebbene se si
dovesse presentare un caso simile si farà tutto ciò che è nelle nostre
possibilità.
Con
questo presupposto lascio alla sovrana comprensione di Sua Maestà quanto sia indispensabile
che si degni ordinare di rinforzare in tempi brevi questo esercito, affinché si
ponga nelle condizioni di opporsi ai disegni del nemico.
I
sette battaglioni che si stanno reclutando qui sono numericamente esigui:
soltanto uno arriva a 400 uomini, gli altri sono sguarniti. A ciò si aggiunga
la mancanza di armi e vestiario per questi stessi battaglioni, avendone trovato
qui per un solo battaglione. Le cinque compagnie di granatieri non sono in
grado di servire, né lo saranno per molto tempo.
Le
navi inglesi destinate a corseggiare davanti a questa Piazza non sono più in
vista da alcuni giorni a questa parte. Ciò è da ricondurre al maltempo che
potrebbe averle indotte a ripararsi in un golfo.
Ai
reggimenti di Utrecht e Napoli spetta la divisa, quella che hanno è molto
malridotta. A tal proposito desidero sapere ciò che Sua Maestà imponga venga
eseguito, supplicando l’Eccellenza Vostra farmi il favore di porlo nella sua
reale conoscenza, affinché nella sua comprensione decida quanto di suo reale gradimento.
Dio
guardi Vostra Eccellenza per molti anni come auspico.
Campo
davanti a Milazzo, 27 dicembre 1718.
Bacio
le mani di Vostra Eccellenza.
Vostro
maggior servitore
Il
Marchese di Lede
Signore
Don Miguel Fernandez Duran
«Nota
de los Reximientos de los enemigos que componen la Guarnicion de Melazo (Nota dei reggimenti dei nemici che
compongono la guarnigione di Milazzo, ndr)
Guido Staremberg, 3 vatallones;
Màx Staremberg, 3 vatallones;
Wezzel, 3 vatallones;
Toldo, 1 vatallon;
Vallis, 2 vatallones;
Nocenroden, 1 vatallon;
Tolleringuen, 2 vatallones;
Edouart, 3 vatallones;
Bareick, 2 vatallones;
Hansback, 3 vatallones;
Coninseck, 2 vatallones;
Zumjunguen, 2 vatallones;
Fussilier, 1 vatallon;
Saboya, 2 vatallones;
Total 30» [Archivo General de Simancas]
Señor
mío.
A lo
que en mi ultima de 16 del corriente abisse [avise, ndr] â Vuestra Excelencia no occurre novedad particular que
añadir, màs
de que el trabajo que desde entonces se â hecho, â sido al reparo de nuestros
retrincheramentos y una nueba vateria â nuestra derecha de tres pedreros, para
inquietar los enemigos que subsisten en sus retrincheramentos trabajando â la
compossicion de lo que el agua, y nuestro cañon arruina.
Remito
â Vuestra Excelencia de los nombres de los reximientos alemanes que hay en
Melazo, y llegan â treinta vatallones, â los quales supongo compuestos de doce
mill infantes, rebajando la perdida que pueden haver tenido de heridos, y
enfermos, hago quenta que quedarán
en once mill infantes.
Esta
numerosa guarnicion me ha echo suspender dar principio al sitio, considerando
temeridad empreender con numero casi ygual el ataque de esta plaza, pues en la
gente de armas que tengo ay poca superioridad a los enemigos, â quienes asiste
la circunstancia de estar mui bien retrincherados y favorecidos de todo el
fuego de la Plaza que non es corta ventaja, y a menos de arriesgar numero
crecido de tropas, con la incertidumbre de lograr nuestro intento no se puede
empreender semejante ataque, pues si por nuestra desgracia aconteciese que los enemigos nos rechazasen
nos pondria no solo en la imposibilidad de no continuar el sitio, pero puede
ser a un en la de no poder mantener nuestras lineas de contrabalacion.
Si
semejante adberso subceso tuviesemos era en tanta ventaja al enemigo quanto
irremediable â nossotros, pues se le facilitaba todo lo que podian dessear, par
la facilidad con que podrian ynternarse en el reyno cuya consideracion me ha
obligado â no empezar este sitio (aunque no con pequeño dolor mio) difiriendolo
hasta reconocer si los enemigos disminuyen esta guarnicion ô que lleguen las tropas que
aguardamos de Cerdeña y Longon, y en medio de este corto refuerzo ver si se
puede empezar este sitio ô hacer
alguna dibersion atacando â Trapana, en cuyo caso seria muy natural que de esta
guarnicion hiciesen algun destacamento y assi me parece ser esto mas util, y combeniente
al servicio de Su Magestad que
no exponer el todo en una ora, quando en mucha tregua no podremos remediarlo,
debiendo estar Su Magestad
persuadido â que mi desbelo practica (y practicarà) todos los medios que sean
possibles para hacer este sitio siempre que la ocasion lo permita.
Segun
todas las noticias que me llegan de Italia, confirman la de que aqui debe venir mayor numero de tropas, y de que debo
persuadirme estarà Vuestra
Excelencia informado. Pero si asi subcediere, se deja conocer que con las que
me hallo, que se disminuyen todos los dias, serà dificultoso resistir â tanta
fuerza, aunque si semejante caso llega se procurarà todo lo que permita la
posivilidad.
En este supuesto dejo â la soberana
comprehension de Su Magestad quan
indispensable es que se digne mandàr que con brebedad se refuerze este exercito
paraque se halle en estado de oponerse â los designios de los enemigos.
Los
siete vatallones que aqui se lebantan se hallan muy cortos, y solo el uno llega
â quatrocientos hombres estando los demàs muy cortos â que se añade faltar las
armas y vestuario para ellos no haviendo podido encontrar aqui mas de para un
solo batallon y las cinco compañias de granaderos con que no estàn en estado de
servir ni lo estaràn en mucho tiempo.
Los
nabios inglesses destinados a corseàr delante de esta plaza, faltan de su vista
de algunos dias â esta parte, y se debe atribuir al mal tiempo que podrà
haverlos obligado â engolfarse.
A los
reximientos de Utreck y Napoles les toca el vestuario, y el que tienen se halla
muy maltratado, en cuio supuesto desseo sabèr lo que Su Magestad manda se execute, suplicando a Vuestra Excelencia que
todo se sirba hacerme el fabor de ponerlo en su real noticia, â fin de que en
su yntelixencia ressuelba [resuelva,
ndr] lo que sea màs de su real agrado. Dios guarde â Vuestra Excelencia muchos
años como desseo.
Campo
de delante Melazo 27 de Diciembre
1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran (Ministro
della Guerra, ndr) [Archivo General
de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ IX
La
risposta del ministro Duran alle missiva del 27 dicembre 1718 escludeva l’invio
di truppe dalla Spagna a causa della guerra dichiarata alla stessa Spagna da
Inghilterra e Francia, sebbene quest’ultimo Paese non avesse ancora iniziato le
ostilità.
I
rinforzi da Sardegna e Longone sarebbero giunti ad eccezione di due battaglioni
trasferiti dalla Sardegna alla Spagna.
“Que tropas no se pueden embiar
absolutamente” [risposta a lettera del viceré datata 27
dicembre 1718, ndr]
Manda Su Magestad que se le avise al recivo
aprovando sus operaciones que no es possible embiarle tropas de España por causa de haver la Francia
y la Ynglaterra declarado la guerra a España
aunque todavia no han empezado los
franceses todavia a hacer
obstelidades.
Pero
que con los socorres que [segue vocabolo di ardua trascrizione,
ndr] sacando de Cerdeña y
Longon se le considera mediatamente reforzarlo aunque per esta causa non se ha
podido hacer venido dos otres batallones que estava resuelto hacer passar de Cerdeña a España.
Que
tampoco se le pueden embiar de España
armas algunas respecto las muchas que se necesitan en estas fronteras pero que
de Italia velevan [termine di dubbia trascrizione, ndr]
remirendo [termine di dubbia trascrizione,
ndr] algunas aunque no en abundancia
ni sin riesgo como se deja considerar que solamente se le pueden remiter de aca
paños y gergillas para vestuarios pero amendo [termine di dubbia
trascrizione, ndr] mucho riesgo e nel passage por mar se discurrirà la
forma que fuerenias [termine di dubbia
trascrizione, ndr] combeniente a su conducion.
Don
Miguel Fernandez Duran [Archivo General
de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ X
In
data 27 dicembre 1718 il marchese di Lede rispondeva alla nota inviatagli il 10
novembre 1718 dal ministro Duran e pervenuta a Milazzo il 24 dicembre, a
proposito della fornitura di armi e munizioni necessarie a garantire la
prosecuzione della conquista delle diverse piazze del Regno di Sicilia. A tale riguardo
il ministro dava notizia degli ordini del re Filippo V rivolti a far pervenire queste
armi e munizioni dall’Italia. Ma il marchese faceva presente a sua volta il
rischio che le imbarcazioni adibite al trasporto delle suddette armi e
munizioni potessero cadere in mano nemica, vista la costante azione di disturbo
delle unità navali inglesi. E proponeva, proprio per ovviare a tali ostacoli, la
spedizione tanto delle armi quanto delle munizioni, piuttosto che dall’Italia,
dai forniti depositi catalani di Barcelona, da dove le imbarcazioni avrebbero potuto
raggiungere la Sicilia costeggiando i paesi del nord-Africa (Barberia): una rotta di gran lunga più
sicura («mas seguro rumbo»).
Il
disturbo arrecato dalla navi britanniche era notevole. Vano sperare in
un’uscita della flotta inglese dal Mediterraneo, in quanto il Parlamento di
Londra aveva appena dato il via libero al sovrano.
Il
Cardinale Acquaviva - proseguiva il marchese - aveva acquistato quattromila
quintali di polvere da sparo che lo stesso marchese di Lede aveva fatto inviare
a Longone, ove mandò le imbarcazioni necessarie per continuare il trasporto
della stessa polvere sino in Sicilia. Trasporto rischioso, tanto da invocare la
protezione del Signore.
Infine
il marchese di S. Filippo aveva anticipato - con lettera allo stesso marchese
di Lede - l’invio d’una porzione di armi e palle.
Señor
mío.
El 24
de este recivi la carta de Vuestra Excelencia de 10 del passado en que con
motivo de lo que tengo avissado en quanto â las armas, y municiones, que para
la continuacion de la conquista de las Plazas de este Reyno se necessitan me
prebiene Vuestra Excelencia haverse dignado Su Magestad mandàr expedir las ordenes combenientes para que de Italia se
remita la mayor porcion que serà possible, en cuia vista, respondo a Vuestra
Excelencia que siendo como ès incierto, que de aquellos parages se logre el
trasporte sin ser las embarcaciones que las conduzcan apressadas de los
Ingleses, ô otros corsarios
enemigos, me perecia, que haviendo en Barcelona como Vuestra Excelencia lo
refiere cantidad de armas, polvora combendria, aunque fuesse abenturando embiar
alguna porcion en embarcaciones francesas con orden de seguir la costa de
Berberia que es el que considero por mas seguro rumbo.
Pues si
alguna padeciesse el contratiempo de ser apresada, devemos esperar que otras
no, y respecto de la situation en que estamos se hace preciso abenturar mucho,
en esta coyuntura paraque no llegue â faltarnos por la cortedad, que al
presente hay existente, y si para esta conducion se esperase que la Armada
Inglesa saliesse del Mediterraneo llegaria con mucho atraso por la ninguna
apariencia que hay de que se retire, mayormente haviendo ahora aprobado el
parlamento lo executad por aquel Rey.
El
Cardenal Aquaviba, segun me avissa, hà comprado quatro mil quintales de polvora
que he hecho conducir â Longon y para su transporte â aqui se han embiado
embarcaciones quiera Dios consigan feliz su retorno.
El Marqués de San Phelipe me escrive procurarà
embiar porcion de armas y valas. Y aunque desde los principios de nuestra
llegada en este Reyno, se ha procurado la fabrica de valas y polvora es corta
cantidad la que se consigue de estas fabricas de ambos generos, y para lo que
se necesita es poco lo que sufraga. De que espero se sirba Vuestra
Excelencia dàr quenta â Su Magestad
para que se halle enterado, y se digne ressolber lo que sea màs de su real
agrado.
Dios
guarde â Vuestra Excelencia muchos años como desseo.
Campo
de delante Melazo 27 de Diciembre
de 1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran
Decreto
del Duran a margine: «Que no se le pueden
embiar armas ni municiones algunas de Cataluña por la guerra de Francia». [Archivo General de Simancas, Legajo num.
4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ XI
La
risposta alla nota del 27 dicembre 1718 fu scritta dal ministro Duran il 16
marzo 1719. Da essa si evince in primo luogo che la precedente missiva
ministeriale del 10 novembre 1718 riferiva gli ordini dati al Cardinale
Acquaviva a Roma, al Console di Spagna a Livorno ed al marchese di S. Filippo a
Genova affinché spedissero in Sicilia la maggior quantità d’armi e munizioni.
Ad ogni modo, riferendosi alla proposta di spedire le stesse armi e munizioni
da Barcellona, costeggiando la Barberia, il Duran rispondeva in modo
perentorio: la guerra con la Francia inibiva di spedire armi e munizioni dalla
Catalogna ed in genere dalla Spagna. Si rinnovava tuttavia la disponibilità ad
eseguire spedizioni dei suddetti generi dall’Italia, in particolare dalle
citate città di Roma, Genova e Livorno.
“Que no se le pueden embiar armas
ni municiones algunas de Cataluña por la guerra de Francia” [risposta a lettera del viceré datata 27 dicembre 1718, ndr]
Al Marqués de Lede
En
carta de 27 de Diciembre del año pasado, con vista de lo que en respuesta de
otra suya, previne a Vuestra Excelencia de orden del Rey con fecha de 10
de Noviembre tocante â lâs providencias dadas, y ordenes, que se repetian al
Señor Cardinal Acquaviva, Marqués
de San Phelipe, y al Consul de España en Liorna paraque remitiessen â este
Reyno el mayor numero de armas, y municiones, que les fuesse posible, dice
Vuestra Excelencia que siendo, come es incierto que de aquellos parages se
logre el transporte, sin que las embarcaciones que las conduzcan apressadas,
tendria por combeniente, que de los repuestos de Barcelona, por la costa de
Berberia y en embarcaciones francesas, se le remitiessen algunas porciones de
armas, y polvora, paraque de esta suerte, y en la presente coyuntura no
llegasse el caso de experimentarse falta de estos generos. Y en su respuesta
puedo decir a Vuestra Excelencia que si bien se tiene muy presente la
importancia de que por falta de municiones no se atrassen las operaciones de
esta guerra, la que acaba de declararnos la Francia, nos impossibilita el sacar
y mucho mas el embiar armas, ni municiones algunas de Cataluña, ni de otras
partes de España. Pero que se espera que de Italia se continuarà en remitir las
mayores porciones que fuere posible, a cuyo fin se repiten â los referidos
Ministros las ordenes mas estrechas.
Dios
guarde a Vuestra Excelencia los muchos años como desseo.
Madrid,
16 de Marzo de 1719
Don
Miguel Fernandez Duran [Archivo General
de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]
§ XII
In
questa ulteriore missiva indirizzata al Duran il 27 dicembre 1718 il marchese
di Lede accusa in primo luogo ricevuta della nota ministeriale datata 11
novembre 1718. Giunta a Milazzo il 24 dicembre, tale nota comunicava che il
sovrano aveva gradito le disposizioni impartite dallo stesso marchese, che
pertanto si dichiara soddisfatto.
La
lettera prosegue con informazioni sulla Piazza di Siracusa in vista
dell’assedio di questa stessa Piazza. Il marchese riferisce di tre fossati
colmi d’acqua dalla parte di terra, per i quali si rendeva necessario un
sopralluogo. Qualora si fosse riusciti ad impedire i rinforzi alla guarnigione,
si sarebbe riusciti ad occupare la Piazza con un assedio formale di breve
durata.
Con
riferimento a Milazzo il marchese di Lede confermava l’arrivo di truppe nemiche
secondo i dati numerici comunicati in precedenza. Tale consistenza numerica
delle truppe austro-piemontesi aveva dunque consigliato allo stesso marchese di
non iniziare l’assedio («este motivo me
obligò â la suspension de formar el sitio de esta Plaza»). Notizie
pervenute dall’Italia annunciavano ulteriori incrementi di truppe nemiche per
la primavera 1719, rendendo impossibile resistere a tanta forza senza rinforzi
anche da parte spagnola.
Le
truppe impegnate nel blocco delle piazze di Siracusa e Trapani non
necessitavano al momento di rinforzi.
Il
marchese sconsigliava di prelevare grani dai caricatoi, così come proposto dal
Duran, e dava notizie sul bestiame delle Piazze di Siracusa e Trapani e sulla
paglia consumata dalla cavalleria spagnola.
La
cavalleria nemica sbarcata a Milazzo fu in parte reimbarcata per la Calabria, a
causa della difficoltà di mantenerla con adeguati consumi di acqua e paglia.
Riferimenti anche alla “rimonta” austriaca, ossia alla fornitura di cavalli ai
soldati di quella cavalleria. Rimonta che si ipotizza farsi a Napoli piuttosto
che a Milazzo. Un accenno anche alla fornitura di cavalli per la Spagna, appena
acquistati non senza difficoltà 90 cavalli giunti dall’Africa.
Il
marchese non manca di far presente che i disertori, coi quali (unitamente ai
prigionieri) sono state rimpiazzate le perdite sofferte dalle truppe spagnole
per decessi o infermità, sono pochi o addirittura inesistenti: circostanza che
lascia ipotizzare il regolare e puntuale pagamento delle truppe nemiche.
Si
lavora infine ai danni sofferti dalla Cittadella di Messina durante l’assedio:
le opere sono in fase avanzata. La Piazza di Augusta di trova in «stato di
difesa», mentre si prosegue il lavoro alla breccia di Termini.
Pianta
di Siracusa del 1718 in cui sono ben visibili i tre fossati colmi
d’acqua citati dal marchese di Lede nella sua corrispondenza milazzese
(Colección de cuadros y planos sobre la guerra de Cerdeña y Sicilia, en
los años 1717 a 1720 attribuito da alcuni autori a Jaime Miguel de
Guzmán, Marqués de la Mina e custodito presso la Biblioteca Nacional de
Madrid).
Fonte:
http://bdh-rd.bne.es/viewer.vm?id=0000115428&page=1
http://bdh-rd.bne.es/viewer.vm?id=0000115428&page=1
Señor
mío.
La
carta de Vuestra Excelencia con fecha de 11 de Noviembre proximo passado recivi
el 24 de este, y con ella el meyor gusto por la noticia que me conduce de la
satisfacion que han merecido â Su Magestad
mis dispossiciones desseando en todas logràr los aciertos, y maiores ventajas
de su real servicio.
Por lo que mira â la Plaza de Seracussa, y prevencion que Vuestra
Excelencia me hace sobre sus obras, respondo â Vuestra Excelencia que segun
reconosco por todos los planos que he visto, la considero muy buena, y no sèr
sus obras tan defectuossas, come parece haver dado â entendèr, pues tiene por
la parta de tierra, tres fossos de agua, que es precisso havèr de passàr, si
bien en esto no puedo hacèr caval juicio hasta verla, por que he encontrado muy
contrarias las noticias de todas las fortalezas de este Reyno, para conforme
las que antes de reconocerlas se havian dado, y siendo la guarnicion regular
como al pressente lo es, y pudiessemos conseguir pribarla del veneficio que
todos los dias logra de sèr socorrida, tendo per cierto que â brebe tiempo de
sitio formàl, la ocupariamos, como las demàs, lo qual âun en el estado en que
nos hallamos se conseguirà, si los enemigos no augmenteran su exercito y nò,
nos faltare lo necessario para ello.
Es
cierto que los enemigos han embiado â aqui el numero de tropas que en mis
antecedentes tengo abissado, y que este motivo me obligò â la suspension de
formar el sitio de esta Plaza, debiendosse recelàr siempre, continuaràn en
embiar mayor numero la proxima primavera, como lo demuestran los avissos que he
tenido de Italia, en cuyo caso tendrè por imposible poder ympedir desembrarlo
en la ysla, y que se internen en ella, por que siendo como es la costa muy
dilatada es ympossible el que las tropas de Su Magestad puedan acudir para embarazarlo, ô oponerse â ello, aunque
no quederà â mi cuidado y celo nada que no execute, para que no consigan los
enemigos intento semejante, si me hallo con fuerzas bastantes.
En
quanto â las tropas que estan en los bloqueos de Seracussa, y Trapana, no
necessitan per ahora de sèr reforzadas, y siempre que la ocasion lo pidiere, y
diere lugar, se executarà, vibiendo con todo cuidado, para que no padezcan
ynsulto.
Los
granos que se hallan en los cargadores, no es possible quitarlos de ellos, como
Vuestra Excelencia propone, por sèr porcion considerable, y el desconsuelo que
podria caussar esta dispossicion en estos naturales, que quiràs origninaria
alguna inquietud en su veleydad (que nò dejaria de dàr bastante cuidado) por
consistir en elo gran parte de su caudal, y riqueza pero para afianzar la
seguridad, he embiado tropas â los màs expuestos, y los otros estan â cargo de
las milicias de Pais.
Desde
que passaron las tropas al bloqueo de las dos Plazas, que estàn en èl, hice
retirar â la montaña, todo el ganado que estaba en sus vecindades, y la paja la
hà consumido nuestra cavalleria de suerte que para su subsistencia es precisso
haverla de conducir de mucha distancia, y leña solo en la montaña, es donde la
hay.
La
cavalleria que dessembarcò en Melazo bino con todos sus caballos, de donde
bolbieron â rembarcàr porcion de ellos para la Calabria, por la dificultad de
mantenerlos, â caussa de consumo de agua, y paja, no crehiendo que su yntencion
haia sido de haver de remontàr su cavalleria aqui, tanto por los pocos caballos
que hay, como por el de ningun servicio que sòn, haviendo costado bastante
trabajo, encontràr noventa que se han comprado para la cavalleria de Su Magestad que es lo que hà obligado â
balerse del medio de hacerlos venir de Africa, y me parece podrà sèr â los
enemigos mas facil, la remonta en Napoles, que aqui.
Hasta
ahora parece que las tropas enemigas sòn muy bien pagadas, pues los dessertores
sòn muy pocos, ô ninguno, y los que
bienen procuro tomen partido en las tropas y tambien los prissioneros, con cuio
medio se â remplazado (aunque en poco) la perdida que hemos padecido,
haviendo permitido que los Españoles tomen de todas naciones hasta que lleguen
las reclutas de que necessitan mucho.
En el
reparo de los daños padecidos por la Ciudadela de Mecina durante su sitio, se
trabaja todo lo possible y se halla esta obra muy adelantada, y tambien las
fortificaciones de Augusta, que està en estado de defensa, y tambien se
prossigue en el trabajo de la brecha de Terminij, sin que se omita perdida de
tiempo, ni omission alguna, que ès lo en que en respuesta de la citada carta
de Vuestra Excelencia puede decir, â fin
de que se sirba ponerlo en la real noticia de Su Magestad y que la hè comunicado come me ordena, â Don Joseph
Patiño.
Dios
guarde â Vuestra Excelencia muchos años como desseo.
Campo
de delante Melazo 27 de Diciembre
de 1718
B. l. m. de V. E. [Besa las manos de Vuestra Excelencia, ndr]
su mayor servidor
el Marqués de Lede
Señor
Don Miguel Fernandez Duran [Archivo
General de Simancas, Legajo num. 4570, Secret. de Guerra y Marina, sala 39]